L’ultimo episodio della saga di intrigo a Rovigo, diretta da Massimo Samiolo e Luca Fozzati, è una storia che parte dal passato, al tempo delle Crociate. Uno scrigno contenente un tesoro e il mistero che lo avvolge si tramandano fino ai giorni nostri causando avvenimenti che per una città solitamente tranquilla come Rovigo hanno dell’incredibile. Sono molti i personaggi noti della serie che si fronteggiano alla ricerca del tesoro nascosto dai crociati e tra questi c’è Gigi Galletto (Giorgio Brandolese) già conosciuto in intrigo 2, fiancheggiato da una professoressa d’arte che lo aiuterà nelle ricerche (Rosa Montesarchio). Infatti si scatena una vera e propria caccia al tesoro con avvenimenti pericolosi e coinvolgenti: tre ladri (Samo, Ninja e Jack,rispettivamente Massimo Samiolo, Luca Fraccon e Antonio Giacomelli) rubano un famoso quadro legato al mistero per conto del siciliano Nino Pizzino (Alessandro Venuto) senza sapere però a che cosa andranno incontro.
Una setta guidata da un mercante d’arte sta infatti cercando ciò che dovrebbe trovarsi nello
scrigno per compiere un rito demoniaco e i suoi affiliati sono disposti a tutto per arrivarci.
Tutti hanno quindi l’intenzione di arrivare per primi allo scrigno e per ottenere il loro scopo
più volte si scontrano e si intralciano a vicenda nelle ricerche.
La polizia, tra cui il commissario Barca (Roberto Barcaro) e l’agente Marino (Massimo Marini) che
sono stati rimessi in sesto dopo l’epilogo “esplosivo” del secondo film, viene messa in allerta
da incontri sospetti tra i malviventi e inizia a indagare con l’aiuto degli inseparabili agenti
Max e Alex (Max Cason e Alessandro Sontuoso),fino ad arrivare ad un movimentato epilogo.
L’ironia è garantita grazie ai personaggi più “pasticcioni” come i tre galeotti e l’enfatico Gigi, mentre la serietà e la spietatezza degli adepti alla setta danno al film quei momenti di tensione caratteristici di un poliziesco doc, anche se in vena più soft. Per chiudere in bellezza la trilogia sono state scelte location d’eccezione come Palazzo Roverella e il Museo dei Grandi Fiumi che mostrano i lati migliori della piccola città del Polesine che non è comunque completamente priva di attrattive.
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